Il concetto del colore nelle illustrazioni di Anna Mattiuzzo

 
 

Tra meraviglia e allegoria si snoda il racconto fantastico di Anna Mattiuzzo Bianca vestito di neve (L'orto della cultura Editore, 2013), le cui illustrazioni sono in mostra fino al 30 marzo p.v. presso la Galleria Seghizzi di Gorizia, in Corso Verdi 85. Il libro, contesto di autentica magia, presenta un epilogo intriso di buona moralità a sfondo sociale. Vivere integrati in un sistema desentimentalizzato o seguire il miraggio dell'amore? suggerisce il dilemma alla base della storia. Sobria di necessità, poiché dedicata a un pubblico infantile, ma assieme complessa nei suoi sensi connotati, e da mediarsi di conseguenza attraverso il filtro cosciente dell'adulto, capace di interpretarne gli aspetti subliminali per incanalarli alla corretta fruizione.
Di gelo è la sostanza di Bianca. Candidi gli occhi, il viso, gli abiti, il cuore portato a passeggio come un palloncino inerte.
Bianca procede nel suo mondo scialbo, priva di turbamento.
Lei non sa entrare in empatia con gli altri esseri. Per la sua natura algida accetta i ritmi monotoni del vivere. Finché sulla scena non irrompe l'imprevisto: le richieste di alcune creature del bosco incontrate per caso. Stanno preparando una festa in onore dell'inverno. Che male le potrà mai capitare se raccoglierà ghiande, nocciole, legnetti, mele per lo scoiattolo, la volpe, il lupo, il topolino? Nessun male, si dice Bianca, introducendo una varianza nella misura sempre uguale dei suoi giorni. Scopre così un universo ricco di attese e speranze. Da qui la scintilla che appicca un fuoco via via più fervido.
Ecco il colore.
Prima i guanti, le scarpe, le vesti, poi le guance, il volto intero e tutto il corpo assumono contorni, vibrano di rosse sfumature. Bianca inizia a percepire un esile grumo che le palpita nel petto con intensi battiti. Avverte il trepidante calore della commozione. La nuova conoscenza cancella il passato. Ora contano i balli, i canti, il gioioso rumore, la tenerezza reciproca.
È una metamorfosi radicale, quella della bimba. Una trasformazione resa attiva in virtù dell'aiuto prestato generosamente e del lavoro condiviso. La gratuità ne è la chiave.
Nella seconda parte della favola si dispiega, pertanto, una scala di valori diversi. In controcanto alla dimensione ghiacciata - arida dunque - che è stata l'habitat materiale ed emotivo della piccola Bianca, divampa a poco a poco la fiamma dell'adesione a un progetto comune.
Allora, mentre le cose si accendono di brillii nella festa per l'arrivo dell'inverno, il gelo del cuore si sfa completamente non solo in Bianca, ma anche in noi lettori, rapiti ormai dall'incanto di questo delizioso quaderno in versi e immagini. E desiderosi di affidarci ancora alla sua genuina poesia.




Irene Navarra / Quaderni di critica / Artemisia Eventi Arte / Anna Mattiuzzo /
21 marzo 2015







Contributo critico pubblicato in Voce Isontina del 20 marzo 2015.







Le immagini raffigurano alcune delle illustrazioni esposte alla Galleria Seghizzi di Gorizia fino al 31 marzo 2015.