Contaminazioni
La pittura di Vilma Canton Lautieri
In Voce Isontina del 2 giugno 2012

 
 
Venerdì 18 maggio 2012, presso La Corte dell’Arte / Spazio Alba Gurtner in Gorizia, Artemisia Eventi ha presentato Contaminazioni /La pittura di Vilma Canton Lautieri tra poesia, prosa, suggestioni musicali, videoarte con testi di Irene Navarra, Alessandra Rea, Silvia Valenti. Una performance a tre voci per le opere della pittrice, rese immaginifici scenari e flussi di linguaggi iconici affidati a quattro piccoli film. In contrappunto, frammenti di liriche e racconti come con-testi di parole significanti. E ciò a partire dai nuclei tematici dei vari cicli, per tentarne poi le singole atmosfere particolari, rubando pezzetti dell’anima universale che le pervade. Così, Silvia ha scritto la ministoria Metadolore, ispirata alle Metamorfosi del 1969, Alessandra La bambina sul molo guardava che interpreta La barca del gingko biloba, il pannello ad acrilico del 2004 collocato nell’Azienda sanitaria cittadina. La scrivente, infine, ha voluto dedicare qualche lirica del suo libro in pubblicazione, dal titolo Dentro / Riflessioni sul Vuoto, a La commedia umana, la straordinaria installazione del 1996 composta da 9 tele magnetiche intercambiabili, su gambe di burattino, rappresentanti la summa dolorosa dell’esistere con le sue precarie vicende tra buio e luce, frutto di una sospensione predestinata che è motivo ricorrente della poetica di Vilma Canton Lautieri. Vita nell’arte da sempre, la sua. Passione per il mistero dell’uomo. Meditazione continua sull’essere in senso filosofico, il cardine attorno a cui ruota dispiegandosi la ricerca pittorica. Le tecniche? Olio a togliere all’esordio, spatola negli anni ‘70 e ‘80, pennello, tecniche miste, tempera, murales, smalti opachi, grafica, sanguigna, incisioni, ceramica. Sperimentazioni a cascata impetuosa che sgorgano da una formazione autodidatta. Ha iniziato l’attività espositiva nel 1994 con la personale La Verità del Colore al "Museo di Documentazione della Civiltà Contadina" di Colmello di Grotta – Farra d’Isonzo (Gorizia). Numerose altre mostre in Italia e all’estero hanno confermato la sua inclinazione a un Eclettismo espressionista scandito da elementi visionari e da stilemi mai bloccati in una stasi / prigione dove di sicuro si sfinirebbe ogni conoscenza. Soste, dunque, solo illusorie in sinuosità e libere campiture. O in linee rigorose come il tracciato dell’orizzonte, miraggio e assieme meta di un sogno / infinita ombra del vero. Ecco perché, a proposito dell’ultimo dettato, per lei si può parlare di Spazialismo onirico. Tagli sì, sulla superficie dei dipinti, ma virtuali. Proiezioni della sua scena interiore. Aspetti di quell’energia mutante che ne racconta l’essenza.

Irene Navarra

Contaminazioni
La pittura di Vilma Canton Lautieri tra poesia, prosa, suggestioni musicali, videoarte
Testi di Irene Navarra, Alessandra Rea, Silvia Valenti

La Corte dell’Arte / Spazio Alba Gurtner
Via Carducci 30 - Gorizia
Venerdì 18 maggio 2012, ore 18.30
A cura di Artemisia Eventi

 
 

Una performance a tre voci ispirata dalle opere della pittrice, rese immaginifici scenari e flussi di linguaggi iconici. In contrappunto frammenti di liriche e racconti come con-testi di parole alla dimensione onirica dell’artista per descriverne la parabola creativa.


Vilma Canton Lautieri, genovese di nascita, vive e lavora a Gorizia dagli anni ‘70. Dopo il Liceo artistico, la laurea in Architettura a Venezia e un breve periodo di libera professione, si è dedicata all’insegnamento dell’Educazione Artistica privilegiando le attività di laboratorio e di scenografia teatrale. Autodidatta, ha iniziato a esporre nel 1994 con la personale “La Verità del Colore” al Museo di Documentazione della Civiltà Contadina di Colmello di Grotta – Farra d’Isonzo (Gorizia). Numerose altre mostre in Italia e all’estero hanno confermato la sua inclinazione a un Eclettismo espressionista scandito da elementi visionari e da stilemi pittorici privilegianti l’olio e le tecniche miste. Nella ceramica si dispiega la stessa tensione a rappresentare plasmando la materia attraverso il filtro delle rivisitazioni intime, in immersioni partecipi e voli oltre i limiti della percezione. È anche illustratrice di libri. Atelier: Via Del Poggio 10, Gorizia.

Progetto grafico e Video di Irene Navarra.


Dalla Presentazione


Contaminazioni tra liriche, prose, suggestioni musicali e videoarte per narrare la pittura di Vilma Canton Lautieri. Artemisia Eventi si è messa in gioco creativo di fronte alle opere di quest’artista dal tratto affascinante. Così ha illustrato con dei piccoli film le sue vicende iconiche. A partire dai nuclei tematici dei vari cicli, per tentarne poi le singole atmosfere particolari, rubando pezzetti dell’anima universale che le pervade, vestendosi dei sentimenti stessi di chi le ha pensate e realizzate. Silvia ha scritto la ministoria Metadolore, ispirata alle Metamorfosi del 1969, Alessandra La bambina sul molo guardava che interpreta il pannello ad acrilico del 2004, La barca del gingko biloba, (nato per Padiglione pediatrico di Gorizia e attualmente esposto nell’Azienda sanitaria della città). Io, infine, ho voluto dedicare qualche lirica di Dentro / Riflessioni sul Vuoto, il libro che sta nascendo in questi giorni, a La commedia umana (1996), lo straordinario dipinto 90 x 90 composto da 9 tele magnetiche più piccole, 30 x 30, a olio e foglia d’oro rappresentanti la summa dolorosa della vita con le sue avventure immerse nel tempo e, assieme, sfuggenti nel balzo intuitivo tra buio e luce.


La parabola artistica di Vilma Canton Lautieri.
Il suo primo dipinto risale alla sua infanzia ed è un pagliaccio. Rimasto come proprietà personale tra i ricordi cari di famiglia. Vita nell’arte da sempre. Passione per il mistero dell’uomo e i suoi sentimenti. Riflessione continua sull’essere. Pittura di tipo esistenziale in senso filosofico. Una forma dell’anima. Viaggi astrali, i suoi. Le tecniche? Olio a togliere all’inizio, spatola negli anni ‘70 e ‘80, pennello poi, e tecniche miste, tempera, murales (L’arca del tempo arcaico ed arcano, 2003), smalti opachi, grafica, sanguigna, incisioni, ceramica. Una cascata impetuosa di sperimentazioni che fluiscono da una formazione sul campo. Da autodidatta. Ha iniziato a esporre nel 1994 con la personale “La Verità del Colore” al Museo di Documentazione della Civiltà Contadina di Colmello di Grotta – Farra d’Isonzo (Gorizia). Numerose altre mostre in Italia e all’estero hanno confermato la sua inclinazione a un Eclettismo espressionista scandito da elementi visionari e da stilemi mai bloccati in una stasi che significherebbe il finire di ogni conoscenza. Soste solo apparenti per lei, in sinuosità e libere campiture. O in linee rigorose come il tracciato dell’orizzonte, emblema di sogno e infinita ombra del vero. Ecco perché, personalmente, amo anche parlare di Spazialismo onirico a proposito del suo dettato. Tagli sì, sulla superficie da riempire di colore, ma solo virtuali: proiezioni della sua scena interiore. Nella ceramica si dispiega la stessa tensione a rappresentare plasmando la materia attraverso il filtro delle rivisitazioni intime, in coinvolgimenti partecipi e voli oltre i limiti della percezione.