Primavera / Voci e carezze


(A San Floriano del Collio, lungo la Strada dei ciliegi)

 
 

Se cedo alla misura solitaria del meriggio
e vado e struscio il braccio su cortecce
come seta e sacco a trama grezza,
sento il bisbiglio dei ciliegi in fiore.
Un suono fresco di parole si stacca
infila e frulla nel mio cuore-gabbia.

(Ho imprigionato la bellezza.
E gli occhi lustri della Primavera.)



≈≈≈
Da tutti i germogli di ciliegio
rubo l’anima vagabonda
del mio titano centenario
morto in giardino un anno fa.



≈≈≈
In ogni pioggia di corolle
cerco l’intimità che mi donava
il mio ciliegio antico.
Non posso fare altro che indossarle
quando si mettono a danzare verso
il suolo spiegato a tanta gloria.

Irene Navarra, La terra, la visione, EdL 2009.



Il rigenerarsi delle stagioni, ripetitivo eppure mai uguale, come le lacrime dei tralci di vite a primavera inoltrata, ci mostra un cammino che per la sua incredibile semplicità, stentiamo a compiere.
Ogni giorno un prodigio.
La compenetrazione tra l’uomo e la natura, narrata in quest’opera, si veste di misticismo. Ed è anche l’espressione dei pensieri più intimi. Quelli che ti salvano dal dolore quando i colpi della sorte si abbattono come scuri, quelli che ti portano tra i vasti filari della tua campagna, pronta a sorriderti con volteggi di gazze e ghiandaie, distese d’erbe selvatiche e giardini rigogliosi.
Un inno alla purezza nascosta dalla patina dell’abitudine.
Questa, in parte, la filosofia dei grandi maestri zen come Matsuo Bashō, padre della poesia haiku, che riesce a fondere il proprio limitato essere con l’infinito cosmico percependo la voce dell’acqua di uno stagno, il suo suono cupo nell’accogliere il salto di una rana: “Vecchio stagno / una rana salta / tonfo d’acqua”.


Silvia Valenti, La terra, la visione, Prefazione, EdL, 2009.



Pioggia di petali su di me. Il ciliegio di casa, i suoi tesori. Gli alberi accompagnano un andare dolce. Sulle spalle ho carezze arboree che lasciano un senso di fresco mai provato. Ogni marzo preparo il mio girovagare allestendo una corte di Angeli. Pabo golden retriever fiuta tracce e profumi di presenze arcane. Emma golden retriever mi sfiora la gamba con il suo corpo immacolato. Ho pareti di cristallo attorno. Primavera ride lieta negli speziati fiori di sambuco ai bordi delle strade e nelle dense magnolie di Casa Bensa.


Irene Navarra, Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire, 21 marzo 2014

I, II, III, IV, V, VI, VII immagine: Irene Navarra, Frammenti di Primavera, fotoInstagram, 2014.



Estate / Confuso guazzabuglio di sterpaglie


(Lungo i sentieri della mia campagna)


 
 

Confuso guazzabuglio di sterpaglie -
topinambur -
ortiche -
rari rami scarniti di ciliegio -
caprifoglio in trine -
la strada da poco neroasfalto -
cintura compatta di granturco
scagliato verso l’alto. -

E dietro
(più bassa del fratello mais),
dietro le falde brulle
e le pannocchie acerbe:
la vigna.
Tra sassi calcinati
e finocchio croccante sotto il piede.

          (Penetro ruvide frescure.
          Ho pampini radianti nei capelli
          quando rispunto alle scintille dell’estate.
          Una fagiana occhieggia dalla tana d’erbe.
          Emma dilegua dentro il mare che stormisce.
          La seguo come nuvola il suo vento.)


Irene Navarra, La terra / la visione, 2009, EdL












Arriva finalmente questa stagione opulenta che sa di frutta e fieno. Arriva come una benedizione con abiti leggeri. Oh, le serate a percorrere la campagna secca e fragrante! Con il cuore pieno di stelle e la mani come costellazioni. Mani squadernate a dare la luce attinta nel cielo. E profusa, poi, lungo il cammino verso casa. Accanto a me, Pablo golden retriver. La sua gioia riverberata nei guizzi di tendini e muscoli, nelle falcate rapide e ampie, nello sguardo magnifico che mi regala a ogni passo. Emma golden retriever è ancora al mio fianco. Vedo lo splendore del suo pelo d'ambra.

Laudata sii, mia estate, per il tuo viso di giada e rubino. Laudata sii per la tua sacra voce e il tuo profumo.



Irene Navarra, Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire, 20 giugno 2016 (ore 10.34 UTC)
I, II, III, IV immagine: Irene Navarra, Frammenti d’estate, fotoInstagram, 2014




Autunno / Cornacchie a frotte. Storni

 
 

Cornacchie a frotte. Storni
cacciati dagli alberi di cachi.
Un martellare frenetico di piume.
Gridi rabbiosi alternano il silenzio.
La nuvolaglia fermentante ardesia
e piombo fuso che si arriccia
cola cade in gocce grosse.

La mole bianca dell’Ossario
è tela ai corpi scuri degli uccelli
come asce virtuali nella pietra.


Irene Navarra, La terra, la visione, 2009, EdL
I immagine: Irene Navarra, Storni, Disegno grafico, 2013












Avviene d'improvviso. Un suono come di vele tormentate da refoli furiosi ti si scuote attorno. Il cielo sobbolle e impasta una massa fermentante. Si gonfia. E poi esplode in schegge d'ali e becchi e zampe che sfregano il metallo di antenne il legno di alberi le tegole dei tetti.Cercando soste collettive.
La lingua del volo infine tace. Inizia un cicaleccio tumido.
Batto le mani per chiamare Pablo.
Lui corre. L'aria si fa vuota.
Allora è chiaro cosa sia il silenzio.

Irene Navarra, Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire, 29 ottobre 2013
II, III, IV immagine: Silvia Valenti, Storni, fotoInstagram, 2013


Inverno / La ragnatela. Atto Primo


(A San Mauro, in una mattina d’inverno)

 
 

Tra i rami dell’acacia dopo
lo sterpeto la tela di una ragna
dispiega i suoi diamanti.
La piana si srotola ai miei piedi.
La ragnatela è organza che separa:
di qua, con me, c’è il buio;
di là il gomitolo dell’Alba.
Il gelo ha condensato sbuffi cipria
sopra i filari a ranghi asserragliati.
Un riccio dagli aculei irti la conca
di San Mauro. Scalfisce e ruba
lo zaffiro intrufolato a oriente.
La tramontana-pettine inatteso
sfrangia la coppa dell’altezza
ad apici e girelle. Prosperose.
Farfalle dall’addome diafano
costellano bagliori intorno.
Nivali menestrelli.
Epifanie.



          (Ali, Alabastro, Cuori vivi.
          Una fatata Primavera.)



Irene Navarra, La terra, la visione, EdL 2009.


E ti si squaderna davanti uno scenario incredibile. L'inverno si è disteso sulle cose. Tutto scintilla di piccoli fuochi candidi. Non ci sono più le viti, le acacie, i ruschi pungenti. Un'ala arabescata ha smussato anfratti e spigoli.
La quiete incalza con passo ovattato.
Allungo piano le mani.
Jack Frost has come along and I touch his skin.

Irene Navarra, Piccoli poemi in prosa alla maniera di Charles Baudelaire, 2 gennaio 2014.



I immagine: Irene Navarra, Inverno/Farfalla, Disegno grafico, 2013.
II immagine: Silvia Valenti, Jack Frost has come along 1, fotoInstagram, 2013.
III immagine: Silvia Valenti, Jack Frost has come along 2, fotoInstagram, 2013.
IV immagine: Silvia Valenti, In the neighborood, fotoInstagram, 2013.
V immagine: Silvia Valenti, Jack Frost on my fingernails, fotoInstagram, 2013.