Odore umido

Odore umido di tigli prende
di me la parte più friabile
e sale con la voce
a fare inno per quel Dio
che si rivela in questa poca cosa
tanto ammaliante e intensa.
Credo, profumo d’angelo
su vie occultate
alle pupille umane.
Sinestesie divine
sciolte in onde.
Spiraglio infinitesimo
di sosta.
(Un tondo d’oro come segnalibro
nel buio greve delle pagine dei morti.)


E' strano quest'odore che bagna i sensi, ingannandoli.
Dico ingannandoli? No, non sembra così.
Forse liberandoli dagli strati di gromma in cui il dolore li soffoca.
Il profumo è denso. Lo tasto con i polpastrelli tracciandomi una strada a chi non c'è.
Allora, d'improvviso, il suo tocco, il suo respiro nel mio.
Tutto tripudia di un balsamo d'ambrosia.
Un Dio m'invade.
Amore pulsa alogiche certezze.

Ci ritroviamo, dunque, non più astratte.
Tra le mani una moneta d'oro antico per Caronte.